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COME NASCE ARMOTIA

ARMOTIA presenta la gamma 2017. DUE X e DUE R, due fun-bikes pronte a regalarvi una nuova esperienza di guida grazie all’esclusivo sistema 2WD di ARMOTIA con ripartizione elettronica della coppia. Il massimo del divertimento e della sicurezza.

E con l’App ARMOTIA che comunica con la centralina veicolo potrete condividere con la vostra community i vostri percorsi, i video e le foto con la telemetria sovraimpressa.

Da ingegneri specializzati, Antonio e Andrea si incontrano nel 2010 in una riunione di lavoro. L’azienda per cui lavora Antonio produce motori elettrici, quella dove lavora Andrea produce elettrodomestici. E siccome i motociclisti, si sa, in un modo o nell’altro finiscono sempre per riconoscersi, durante la pausa caffè la conversazione finisce presto per prendere la strada della passione e viaggiare su due ruote.

L’elettronico Andrea si domanda da qualche tempo

“chissà che emozioni potrebbe dare una moto elettrica con il software giusto…”

e chiede lumi sulla potenza dei rotori. Il meccanico Antonio risponde che la sua azienda non fa quel tipo di cose, ma che lui aveva già da un po’ iniziato a lavorare su una moto da pista ibrida con un motore elettrico sull’avantreno. Ed è stato subito chiaro che la conversazione non si sarebbe esaurita davanti a quel caffè.

Dopo pochi giorni Antonio e Andrea si incontrano di nuovo, in un contesto molto diverso. Sono nell’attrezzatissimo garage di Antonio, con una birra in mano e, di fronte, una splendida motocicletta monocilindrica con avantreno monobraccio realizzata da Antonio negli anni dell’università. Il progetto che stiamo raccontando nasce, di fatto, in quel preciso momento.

Oggi sembra passato un secolo, ma nel 2010 le moto elettriche erano praticamente solo quelle per i bambini. Trovare motori, elettroniche e batterie utilizzabili per il loro progetto era difficilissimo, e toccava inventarsi qualcosa ogni giorno. Il primo acceleratore elettronico, per esempio, se lo sono dovuto progettare e costruire in casa con una stampante 3D. Perché quello che Andrea e Antonio hanno in mente non è sostituire un motore a combustione con un rotore elettrico. Quella è una cosa che saprebbe fare qualsiasi ingegnere, ma loro sono, prima di tutto, motociclisti.

Da allora molte birre e caffè sono passate sotto i ponti e ci sono voluti tre anni di serate, weekend e feste comandate trascorse in garage a studiare e sudare, ricercare materiali e soluzioni, prima di ottenere il primo protoIpo funzionante. Fanno testa o croce per chi sarà il primo a guidarlo e non diranno mai a nessuno com’è andato il sorteggio. Dopo averla guidata, invece, quello che vorrebbero gridare al mondo è che la loro creatura gira alla grande e regala emozioni che non fanno rimpiangere l’odore dei gas di scarico.

Dopo averla guidata, invece, quello che vorrebbero gridare al mondo è che la loro creatura gira alla grande e regala emozioni che non fanno rimpiangere l’odore dei gas di scarico.

In quei tre anni anche il mondo elettrico aveva iniziato lentamente e girare e i componenti iniziavano a diventare disponibili sul mercato con meno difficoltà. Finito il primo prototipo, nuove possibilità e nuove idee cominciano a frullare velocemente nelle loro teste. Una, soprattutto: quel sogno, divenuto qualcosa di reale, non può restare in garage. Anche se alzare quella saracinesca e puntare al mercato è un’impresa che fa tremare le braccia. Ma, come si dice, “se sei incerto, tieni aperto”. E così è stato: Antonio e Andrea a metà 2013 fondano la loro azienda e portano in pista un nuovo prototipo, sempre più perfezionato.

Il dado è tratto, e quello è il momento della verità. Il momento delle rilevazioni e dei dati reali, quello dei test comparativi per provare le diverse soluzioni tecniche, hardware e software. Il momento di avere la conferma oggettiva, quella da ingegneri, che la loro intuizione ciclistica, quella da motociclisti, può diventare realtà. E, dati alla mano, il cuore del progetto batte già forte. I risultati sono sorprendente e l’emozione di guida è notevole, anche utilizzando motori singolarmente poco potenti. Sì, motori. Perché la loro è una moto “special” per davvero, visto che ha due ruote motrici.

E, da quel giorno, sembra tutto una bellissima follia. L’idea di proporre e mettere in produzione la prima moto elettrica a trazione integrale sta per diventare realtà. Si inizia a studiare il design, a definire la natura d’uso, a formalizzare le specifiche tecniche. Si continuano a provare decine di motori, elettroniche, batterie, soluzioni ciclistiche, mappe e modifiche software. Ci si rende conto che si possono proporre ai futuri clienti, oltre che nuove emozioni e un’inedita sicurezza di guida, anche delle features incredibili.

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Two wheels move the soul,
2wd does it better.

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